Storie d’Impatto – ENAIP NET
Intervista a Giorgio Sbrissa, Amministratore Delegato ENAIP NET
Quali sono gli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) più identificativi per ENAIP NET?
Gli obiettivi di sviluppo sostenibile fanno parte del piano strategico di Enaip, un piano definito da molti anni e basato sui valori fondativi della nostra impresa.
Sono principalmente quattro gli indicatori, i “pilastri fondamentali”, che riteniamo importanti. In quanto impresa sociale, la nostra realtà si occupa di formazione professionale perseguendo due obiettivi chiave: inclusione e competitività.
Il primo obiettivo coincide con l’SDG quality education. A questo si aggiunge il nostro impegno sulla questione della parità di genere, affinché le ragazze e le donne abbiano le medesime possibilità formative e occupazionali dei ragazzi e degli uomini.
Lavoriamo inoltre per promuovere la possibilità di un lavoro dignitoso per tutti, che significa una crescita economica che sia anche sociale e la riduzione delle diseguaglianze.
Ci piace pensare che il nostro lavoro possa favorire un migliore equilibrio tra l’agire umano sulla terra, determinato da bisogni e desideri, e le risorse naturali a disposizione.
In estrema sintesi, come Enaip agiamo per uno sviluppo sostenibile – economico, sociale ed ecologico – attraverso un sistema formativo inclusivo e condiviso (non concorrenziale) con le altre realtà educative.
Quali sono le attività e le iniziative che avete intrapreso, o avete già in programma, per raggiungere questi obiettivi?
Crediamo che sia necessario declinare il digitale in termini di sostenibilità: dobbiamo immaginare che i nostri lavoratori e lavoratrici abbiano conoscenze digitali e abilità logico-matematiche a supporto del digitale, per mettere in atto processi produttivi più efficienti che abbiano minore impatto anche sul consumo di risorse.
I nostri centri mettono già in atto azioni finalizzate al minore consumo di energia, con un’impronta ambientale che si è ridotta molto nel tempo: ad esempio, in alcuni uffici abbiamo ridotto l’uso della carta del 95%, e questo rappresenta solo una piccolissima parte rispetto alle azioni concrete che il nostro piano prevede.
In tema di impatto sociale e ambientale le nostre attività si sviluppano principalmente su quattro aree. In primo luogo vogliamo insegnare le competenze per mettere in atto processi produttivi a minor impatto: in termini concreti, i ragazzi di Enaip che studiano per entrare nel mondo della ristorazione sono stati coinvolti in un progetto, durato tre anni, finalizzato a ridurre di almeno il 10% lo spreco nella fase di trasformazione dei prodotti alimentari.
In secondo luogo, come abbiamo già detto, lavoriamo per promuovere una cittadinanza attiva, finalizzata al bene comune, grazie alla capacità di raccogliere e analizzare dati nel mondo digitale in cui viviamo.
La terza area è il potenziamento delle attività internazionali e la promozione della pace in un sistema multipolare. In particolare, siamo impegnati nella costruzione di sistemi educativi e informativi in Africa: in Mozambico, uno dei nostri progetti più grandi, abbiamo costruito un sistema di formazione professionale per 1.200 ragazzi.
Infine, come già accennato, la questione di genere: in questo senso è necessario promuovere una cultura trasversale che valorizzi le differenze e dia uguali possibilità alle ragazze. Questo si deve concretizzare, per esempio, nell’adeguamento degli spazi e dei luoghi ai bisogni del genere femminile. Il lavoro da fare in questo senso è ancora molto: basti pensare che fino a pochi anni fa, nel nostro Paese, ben 19 qualifiche professionali su 21 erano declinate solo al maschile. Come Enaip vorremmo raggiungere un rapporto del 40% di presenza femminile nelle classi entro il 2033: un obiettivo non facile, in particolare in un periodo di “inverno demografico” come quello che stiamo vivendo. Il digitale, anche in questo caso, può essere un incentivo e un’opportunità per le ragazze e per il loro inserimento nel mondo del lavoro.
Quale impatto concreto sulla vostra realtà, in termini di sviluppo e crescita, ha lo strumento della Relazione d’Impatto?
Da più di dieci anni – da quando ancora non si era tenuti a farlo – Enaip stila un report sociale, quella che oggi viene definita “Relazione d’Impatto”. In qualità di consorzio di imprese, diverse tra loro, ci muoviamo in sistemi gestionali in cui viene misurato un insieme di indicatori – non solo di ordine economico, ma anche qualitativo e quantitativo – con attenzione al valore generato per i clienti e per il territorio.
Gli indicatori riflettono le nostre attività e il loro impatto, ovvero la “social utility”: quanto apprendono le ragazze e i ragazzi; quanti abbandonano gli studi; quanta strada viene percorsa quotidianamente per raggiungere la scuola o il luogo di lavoro; i dati occupazionali, ecc.
Questi numeri ci permettono di capire qual è il valore generato delle nostre attività, quindi l’impatto sociale e ambientale sulle persone e sui territori di riferimento. A questo proposito stiamo anche immaginando di creare delle comunità energetiche per sfruttare al meglio le risorse e le energie.
Come si inserisce la partecipazione in C.NEXT nel vostro percorso di sviluppo sostenibile?
Per prima cosa, come dicevo, riteniamo che la formazione debba essere inclusione e competitività. In questo senso è più facile agire sulle nuove aziende, che spesso nascono con un impianto valoriale che condividiamo.
I giovani di oggi, per esempio, hanno molto interesse per le tematiche legate alla sostenibilità: per noi – di riflesso – diventa fondamentale supportare nuovi modi di produrre fornendo le competenze necessarie al loro sviluppo. In questo modo diventiamo parte attiva nello sviluppo di idee e progetti innovativi, per lasciare alle nuove generazioni un mondo migliore rispetto a quello di oggi.
In questo senso, far parte di C.NEXT è per noi di grande valore, anche per il suo obiettivo di creare un sistema di economia innovativo e “giovane” con un impatto sociale positivo.