Storie d’Impatto – Fondazione Social Venture Giordano Dell’Amore
Intervista a Rinaldo Canzi, Investment Manager della Fondazione
Quali sono gli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) più identificativi per Fondazione Giordano Dell’Amore e le iniziative messe in campo per raggiungerli?
Tutti gli investimenti realizzati dalla Fondazione, sia direttamente che indirettamente, vogliono contribuire a generare benefici culturali, ambientali, economici e sociali attraverso uno sviluppo sostenibile e responsabile. In particolare, il nostro portafoglio è attento a tre SDG principali: il numero otto, il nove e il quattro.
Il nove attiene alla sostenibilità in ambito industriale, dell’innovazione e delle infrastrutture, l’otto al lavoro dignitoso e il quattro all’istruzione di qualità.
Ogni anno pubblichiamo una Relazione d’Impatto che ci consente di divulgare l’Impact Investing: un approccio agli investimenti che privilegia la dimensione dell’impatto sociale misurabile e intenzionale e che consente, al contempo, all’investitore di ottenere un rendimento finanziario anche al di sotto della media di mercato ma con un ottimo rapporto rendimento-rischio.
Ci sono anche attività dedicate al vostro team di lavoro su questi temi?
Il nostro team è consapevole degli obiettivi di impatto che la Fondazione persegue e delle scelte strategiche fatte per posizionarsi in un settore di investimento molto specifico come l’impact investing.
Abbiamo un team di estrazione finanziaria che negli anni ha sviluppato una certa competenza nell’approccio agli investimenti di tipo Impact First e che in fase di analisi degli investimenti è attenta alle potenzialità di un’iniziativa di generare impatto e produrre cambiamenti significativi nelle dimensioni sociali, ambientali o culturali.
Abbiamo poi anche una divisione al nostro interno – l’Evaluation Lab – che si occupa nello specifico di valutare l’impatto: con loro ogni giorno sviluppiamo competenze e sensibilità su come andare ad analizzare, stimare e misurare l’impatto di ogni nostro investimento sia ex-ante che ex-post.
Quali sono gli scogli più comuni che incontrate nel portare avanti questo tipo di approccio?
Ci sono molte sfaccettature negli investimenti a impatto, a seconda dei diversi gradi di impatto che si vogliono perseguire. Si va dagli investimenti responsabili, che quindi escludono gli investimenti in alcuni settori a elevato impatto negativo (es. armi, petrolio) a quelli che aderiscono ai criteri ESG e premiano realtà più virtuose ma senza rendere prioritario l’impatto rispetto al rendimento.
Noi, invece, abbiamo un approccio su misura per ogni singolo investimento, per andare a capire qual è il cambiamento positivo che quella determinata società vuole realizzare e come misurarlo: in quella nicchia di mercato noi andiamo a cercare soggetti imprenditoriali che possono massimizzare l’impatto sul territorio.
Quale impatto concreto sulla vostra realtà, in termini di sviluppo e crescita, ha avuto lo strumento della Relazione d’Impatto?
La nostra Relazione d’Impatto annuale è cresciuta negli anni. Siamo partiti quattro anni fa con una prima versione sintetica in cui veniva presentato cosa avrebbe fatto la Fondazione da lì in poi. Negli anni successivi il documento è diventato un modo per tenere traccia di ogni traguardo raggiunto.
Per quanto riguarda il portafoglio, siamo partiti con pochi investimenti ma negli anni abbiamo accompagnato molte realtà, non solo in termini di capitale ma anche per quel che riguarda il Capacity Building, ovvero le competenze e le risorse messe in campo per far crescere le realtà e renderle più pronte a ricevere poi ulteriori capitali.
Nel corso degli anni abbiamo attivato diversi programmi che sono stati rendicontati nella Relazione d’Impatto e su quelli abbiamo intercettato centinaia di realtà interessate.
Come mai avete scelto di aderire e investire nel progetto C.NEXT? Quali risultati vi aspettate da questa partecipazione?
L’ingresso in C.NEXT è sinergico con le attività di Capacity Building della Fondazione, in cui l’investimento è arricchito da un percorso di accompagnamento per far crescere le realtà che hanno bisogno di innovare e trasformarsi anche dal punto di vista tecnologico e digitale.
Insieme a C.NEXT immaginiamo di poter replicare e moltiplicare l’impatto di queste soluzioni innovative anche su altri territori.
Per esempio, una delle prime iniziative che abbiamo immaginato insieme è quella di portare il modello innovativo di C.NEXT verso gli enti del terzo settore, con programmi di capacity building pensati ad hoc.
La vocazione per l’innovazione della Fondazione si concretizza poi nella ricerca di nuove modalità di investimento. Cito gli Income Share Agreement, un modello di finanziamento per gli studenti basato sul modello Pay by Results: in pratica lo studente può accedere a una formazione di qualità e rimborsarne il costo solo nel momento in cui trova lavoro. In questo modo si apre l’accesso a percorsi di istruzione di alto livello anche per chi, a causa di difficoltà economiche, ne sarebbe escluso.
Stiamo poi portando avanti programmi di accompagnamento alle startup attraverso il programma Get It, che ha accompagnato più di 150 realtà nel corso degli anni. Infine, ci stiamo attivando per lanciare e supportare iniziative innovative in ambito artistico, culturale e musicale.